Filosofia e spiritualità

Che succede quando moriamo?

La morte è il mistero più grande. Quando moriamo accadono cose incredibili e in questo articolo porterò diversi contributi.

Mantieni cuore e mente aperti e seguimi. Alcuni credono che dopo la morte non ci sia nulla. Io non sono tra questi perché se è vero, come è vero, che nell’universo nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, questo deve valere anche e soprattutto riguardo la morte.

Noi siamo energia e l’energia va a finire da qualche parte, non si dissolve. Come scrive lo scienziato Robert Lanza nel suo libro “biocentrismo”:

«la sensazione di «essere vivi» , di sentirsi «sé», per quanto ne sappia finora la scienza, è una spumeggiante fontana neuroelttrica che funzione con circa cento watt di energia, più o meno quelli di una lampadina». [1]

«La morte è soltanto quell’esperienza grazie alla quale potrete imparare una grande lezione: voi non potete morire» (Paramahansa Yogananda).

La morte nel cattolicesimo

Quando moriamo l’anima raggiunge Dio. Si ricongiunge alle altre anime sante del paradiso e può intercedere presso Dio stesso. Mi auguro che sia veramente così per tutti.

Magari i modi per arrivarci saranno diversi, (attraverso un purgatorio per esempio) ma spero (e penso) che la dannazione sia veramente per pochi.

La morte nel buddhismo tibetano

Mi riferirò al lavoro di Giorgio Cerquetti, studioso di buddhismo tibetano. Il famoso “libro tibetano dei morti” (Bardo Thodol) non è altro che la descrizione metaforica e simbolica della reazioni della nostra mente all’esperienza della morte.

Che succede quando moriamo? Secondo questa corrente di pensiero finiamo là dove ci portano i nostri pensieri (quelli inconsci), nel bene e nel male. Senza il corpo, la mente crea la realtà che noi vivremo in quei momenti. C’è un dopo morte diverso per ognuno.

Questo è il motivo per il quale dobbiamo esseri virtuosi in vita, praticare la compassione, la bontà, la gentilezza e la meditazione. Servono per pulire la mente e il cuore e procedere al meglio nel nostro viaggio tra una rinascita e l’altra.

«La coscienza di chi sta lasciando il corpo è sette volte più lucida e chiaroveggente che in vita. Questo potere può essere causa di grande sofferenza o di grande beneficio. Il morente va assistito con amore calma ed emozioni positive. La coscienza della persona morente o appenda defunta è in grado di leggere la mente di amici e parenti» [2]

E ancora:

«Se non siamo adeguatamente preparati, i nostri desideri e le nostre tendenze latenti possono prendere il sopravvento e rimarremo improvvisamente travolti dalla collera o dalla pazzia, dalla paura o dal senso di indegnità man mano che tali pensieri si manifestano» [3]

Infine:

«Insegna il maestro tibetano Kenpo konchog Gyaltshen Rinpoche:

“durante l’esperienza extracoroprea ci si rende realmente conto di non essere mai stati un corpo fisico. Dopo aver abbandonato la densità materiale si scopre una vita invariabilmente più ricca, più vasta e più potente come capacità creative […] Nella vostra mente c’è un fuoco di immaginazione, tanto che arrivate immediatamente in qualsiasi posto vogliate recarvi e tutto ciò che desiderate si manifesta immediatamente in questa fase”» [4]

Nel libro tibetano dei morti è spiegato che quando moriamo, la coscienza, entro i primi 49 giorni deve essere accompagnata con preghiere ed esortazioni per evitare che si perda in rinascite negative.

L’idea dell’anima nel buddhismo

Si sa…il buddhismo viene definita (semplificando) una religione psicologica più che teologica. Nel buddhismo c’è differenza tra reincarnazione e rinascita e la coscienza è solo un aggregato temporaneo, perciò non esiste un’anima immortale. Questi concetti meriterebbero un articolo a parte, perciò ti rimando alle tante fonti che puoi trovare in giro.

In generale e per analogia, io penso che preghiere, pensieri e meditazioni verso i defunti debbano essere positivi. Penso che ai nostri cari scomparsi non dobbiamo chiedere favori mondani, ma cercare di favorire il loro benessere. E dal momento che penso che nell’universo tutto sia collegato, agendo in questo modo anche noi ne avremo vantaggi, in forme indirette e inaspettate, perché ci saremo messi in ascolto degli echi lontani di una realtà che non possiamo conoscere.

La morte nel biocentrismo

Nel Biocentrismo il tempo e lo spazio non sono categorie assolute. Noi esistiamo in più dimensioni. La morte non esiste, così come la reincarnazione. «La visione biocentrica di un mondo della coscienza senza tempo e senza spazio non ammette alcun concetto di morte in senso stretto» [5]

Sadhguru, Che cosa succede dopo la morte?

In questo filmato Sadhguru affronta la questione della reincarnazione nello yoga e in altre tradizioni.

Che succede quando moriamo? Secondo lo yoga noi siamo fatti di 5 corpi (o strati) di cui solo i primi 3 riguardano quello che noi definiamo l’anima.

L’anima (intesa come essenza individuale identificabile) non sarebbe altro che il risultato del Karma, e non un’anima eterna come la intendiamo noi. Conseguire la liberazione significa diventare di nuovo il tutto e perdere la propria identità.

Al contrario, per la maggior parte di noi, la coscienza passa da una vita all’altra, da un corpo all’altro. Più il Karma è forte e più tempo passerà per trovare un altro corpo e la coscienza del defunto sarà più disponibile all’esperienza sensibile verso le persone vive. Questo tempo varia da poche ore a qualche anno.

La coscienza karmica in attesa del corpo è un “fantasma”, ma i fantasmi visibili sono solo quelli che hanno un karma fortissimo. Tipico è il caso di chi muore in modo traumatico.

Inoltre, essere disponibili all’esperienza sensibile delle persone vive, non vuol dire diventare uno spettro che se ne va in giro ad infestare luoghi, ma significa poter interagire in qualche modo con la realtà percepibile. Guarda il filmato e approfondisci. Alla fine Sadhguru lo dice chiaro: «se siedi qui e semplicemente chiudi gli occhi puoi chiaramente vedere che sei più di questo corpo, non è vero?»

Cosa accade quando moriamo?

Tantissime persone che hanno avuto esperienze premorte fanno racconti molto simili e in genere molto positivi. Essi descrivono luci bianche e sensazioni di grandissima beatitudine. Questo deve dare conforto e speranza e persuadere a non avere paura. Tuttavia si tratta delle primissime fasi di un processo che le varie tradizioni considerano graduale.

Io penso che il modo in cui viviamo, pensiamo, agiamo, il nostro stato di salute e il modo in cui moriamo abbia un effetto sul dopo morte. In qualche modo quello che siamo ce lo portiamo dietro. Di conseguenza l’esperienza è diversa per ognuno, così come lo è stata la vita.

Spetta a te caro lettore individuare analogie e differenze tra le varie ipotesi. Per quanto mi riguarda io cerco sempre le analogie.

Note

[1] Robert Lanza – Biocentrismo – Il Saggiatore 2009, pagina 193.

[2] Giorgio Cerquetti – “La prossima Vita (Puoi programmare consapevolmente la tua reincarnazione) – OM Edizioni 2018, pagina 24

[3] Giorgio Cerquetti – “La prossima Vita (Puoi programmare consapevolmente la tua reincarnazione) – OM Edizioni 2018, pagina 95.

[4] Giorgio Cerquetti – “La prossima Vita (Puoi programmare consapevolmente la tua reincarnazione) – OM Edizioni 2018, pagina 99.

[5] Robert Lanza – Biocentrismo – Il Saggiatore 2009, pagina 190