Società

Ventunesimo secolo, il futuro è dentro di noi, oltre la futurologia.

Il ventesimo secolo è stato il secolo breve, il ventunesimo secolo sarà quello più lungo, perché ci chiamerà ad una grande sfida: unire scienza e coscienza, individuo e società, stato e mercato. Kenyes scrisse “Prospettive economiche per i nostri nipoti”, io ho scritto questo articolo, buona lettura.

(Fonte Pixabay)

La futurologia

A livello di grandi istituzioni internazionale (per es. Ue, OCSE), l’uso della futurologia è caldamente raccomandata, ma non se ne parla mai. Puoi trovare un approfondimento qui:

I POSSIBILI SCENARI FUTURI NEL MONDO – ROBERTO POLI

Ma c’è da chiedersi, con quali scopi? A favore di chi?

A mio avviso, la futurologia deve individuare limiti e problemi del presente e usarli come sprone per costruire strumenti e decisioni, al fine di creare un futuro probabile e non solo possibile, per il bene di tutti. Anche in questo caso e come sempre, la conoscenza può essere usata per vari fini. Pensaci.

L’ottimismo per il futuro, il pessimismo del presente.

Sono cresciuto negli anni 70, dopo i fasti della conquista della luna e in previsione di quella di Marte. Sono cresciuto a pane e Star Trek, quindi con l’ottimismo per il “duemila” nelle vene. Poi la realtà ha spento il fuoco della visione. Fino alla fine degli anni 70, ci sono stati crescita e benessere (almeno in occidente) e dagli anni 80, il liberismo ha innescato gradualmente un turbocapitalismo che sta distruggendo la classe media, il welfare, le conquiste sociali, il lavoro e il pianeta. E sta privatizzando tutto.

L’economia mondiale autodistrutta

In tutti i paesi OCSE assistiamo a disoccupazione strutturale, indebitamento privato, differenze sempre più marcate tra ricchi e poveri.

L’ideologia dominante è il liberismo, la schiavitù del denaro è l’unico propulsore per il progresso, la tecnologia e le scoperte scientifiche sono sempre di più in mano ai privati che le brevettano lucrandoci sopra.

Il futurologo ha in mano pessime carte? E quando tocca a noi la mano?

Ventunesimo secolo, l’inizio del viaggio

Io vedo una sola risposta: la nuova frontiera comincia adesso. Mai come ora c’è stato tanto denaro, tanta scienza e tecnologia per affrancare l’umanità dal bisogno.

Mai come ora, nel ventunesimo secolo, si assiste ad una riscoperta in massa della spiritualità in tutte le sue forme, tradizionali e non, religiose e non.

L’ingegno dell’uomo e le conoscenze accumulate possono benissimo ovviare alla scarsità di risorse. Le materie prime seconde e le fonti rinnovabili di energia sono il viatico del progresso.

L’uso dell’idrogeno, così come divulgato dal sociologo ed economista Jeremy Rifkin potrebbe addirittura sorprenderci con tutta la potenza di un’epifania.

Le guerre, la fame, la carestia potrebbero scomparire nel giro di una generazione, se noi sapessimo evolvere come esseri umani.

Scienze e coscienza

Mai come oggi, nel ventunesimo secolo, tanta gente si avvicina a percorsi spirituali che vengono scoperti e riscoperti. (per esempio, filosofia orientale, occidentale, naturopatia, sciamanesimo, ecc…).

Addirittura quello che veniva considerato superstizione (es. astrologia, tarocchi, magia), oggi diventa l’interesse di persone istruite.

La parapsicologia e la psicologia transpersonale diventano materie studiate e praticate da accademici di tutto rispetto.

Nei secoli scorsi c’è stata tanta divisione di pensiero e di sentimento con orientamenti alterni (per es. illuminismo, romanticismo, positivismo, comunismo, capitalismo), oggi siamo chiamati a tentare delle sintesi, a tenere insieme diversi opposti. Per esempio l’esoterismo nel ventunesimo secolo può dare di nuovo una cornice di senso, mentre la religione tradizionale può offrire nuove speranze a persone che si sono prima rinnovate.

Il liberismo, l’ultima ideologia

Le ideologie sono idee andate a male, perché l’essere umano non è solo idee e non certo una sola idea, ma è soprattutto sentimento. Il liberismo è l’ultima grande ideologia del 900, ereditata come scoria del progresso.

“Non credo nella rivoluzione politica, ma nella ri-evoluzione poetica” (Alejandro Jodorowsky). E io con lui.

Il ventunesimo secolo è cominciato con menzogne televisive e giornalistiche volte a confondere e spaventare, così diffuse e intense, che liberarcene diventa addirittura un compito evolutivo della specie.

La coscienza si nutre della consapevolezza per le cose semplici. La consapevolezza, a sua volta, è il modo naturale di guardare alla realtà.

Essa è come un fiume profondo che nasce come un ruscello, ma che durante il suo percorso diventa grande e accogliente. E presto non si sarà nulla che potrà fermarne il cammino. Dobbiamo farlo adesso e in fretta, perché un’eventuale terza guerra mondiale, non farebbe altro che dare di nuovo ai pochi l’occasione di continuare a comandare in una struttura sociale di potere verticale ed elitaria.

Spiritualità e tecnologia

La tecnologia è evoluta tantissimo dal dopoguerra a oggi. La coscienza non altrettanto. Gli anni 70 del ‘900 erano troppo politicizzati, gli anni 80 troppo edonisti ed egoisti. La lunga influenza di questi ultimi sull’individualismo e sul consumismo ha tarpato le ali della consapevolezza collettiva.

Oggi possiamo coniugare spiritualità e tecnologia, possiamo allargare la coscienza così come abbiamo fatto con la scienza e la tecnica.