Economia

Il Bancor di Keynes spiegato a mia nonna.

In questo articolo tratterò un argomento poco conosciuto, il Bancor di Keynes. La moneta pensata dal famoso economista e da lui proposta a Bretton Woods.

(Fonte Wikipedia)

Oggi c’è una crisi finanziaria dietro l’altra. Si parla tanto di criptovalute, ma in tutti i paesi OCSE è cresciuta la disoccupazione strutturale e la disuguaglianza sociale. La classe media è sempre più rarefatta e la differenza tra ricchi e poveri aumenta. Ora come allora, il Bancor di Keynes rappresenta una delle soluzioni. Non l’unica, ma una delle più importanti. Vediamo come e perché.

Una moneta comune, non una moneta unica.

Il Bancor di Keynes è una delle strade percorribili per avvicinare l’economia reale alla finanza e ridurre il peso di tutte le speculazioni finanziarie.

Molti problemi degli stati nascono dagli squilibri delle bilance commerciali e dei pagamenti, perché un paese deve procurarsi moneta straniera per pagare le importazioni.

Quando un paese è in deficit con la bilancia commerciale può svalutare (cedere la propria valuta in cambio di quella straniera) oppure chiedere prestiti internazionali.

La svalutazione non è sempre praticabile. Essa di fatto causa un abbassamento del prezzo delle merci di un paese, rendendole temporaneamente più appetibili. A quel punto, gli altri paesi potrebbero non prenderla bene e scatenare guerre valutarie al ribasso.

Invece, per quanto riguarda i prestiti concessi dalla finanza internazionale, i creditori stranieri possono chiedere interessi alti, per ripagare i quali, il paese debitore deve praticare tagli di spesa o altre misure negative (compressione dei salari, disoccupazione).

La faccenda si è a tal punto ingarbugliata che di fatto, al giorno d’oggi, siamo ridotti a questa triste realtà:

«la possibilità di finanziare squilibri temporanei nei conti con l’estero non dipende né dalla effettiva affidabilità del debitore, né dalla capacità del creditore di valutarla, bensì da quel fattore impersonale e arbitrario costituito dalla liquidità dei mercati internazionali. E questo oltre a provocare oscillazioni violente e disastrose, solleva preventivamente il debitore e il creditore da ogni responsabilità, giacché, in ultima istanza, fa dipendere l’erogazione dei crediti e il loro pagamento da motivi che sfuggono alla volontà di entrambi» [1]

Ci sono sempre paesi creditori e paesi debitori e questo crea delle disparità fisiologiche. A questa dinamica macroeconomica aggiungiamoci gli interessi conflittuali geopolitici e il gioco è fatto. Il Bancor di Keynes, proposto a Bretton Woods e non accettato dagli USA, allenterebbe le tensioni monetarie e diminuirebbe il peso contrattuale dei grossi creditori internazionali. Vediamo come.

Come funziona il Bancor

Il Bancor è gestito da una Clearing Union che funziona come una banca ma senza depositi iniziali. (da qui il nome)

I paesi aderenti alla Clearing Union partono con un saldo a zero e permettono una gestione multilaterale e simmetrica degli incassi e dei pagamenti.

La Clearing Union agisce come una banca ma non parte dal principio della riserva.

Faccio un esempio pratico: ammettiamo che Italia, Francia e Svezia, utilizzino ancora le proprie valute nazionali (Lira, Franco, Corona). Ammettiamo che l’Italia, in un certo anno, sia in debito con la Francia, ma abbia un credito con la Svezia. Ammettiamo quindi che Italia, Francia e Svezia siano membri della Clearing Union.

A questo punto l’Italia potrebbe usare i crediti verso la Svezia per pagare parte dei debiti verso la Francia, usando il Bancor e non il mercato dei cambi per accaparrarsi moneta straniera, evitando così di correre rischi di cambio o di subire l’instabilità dei mercati finanziari. Il Bancor di Keynes è quella moneta che permette la compensazione, il cui valore è agganciato all’oro. Oggi agganciare all’oro forse è anacronistico, perciò il valore del Bancor potrebbe essere la media del paniere delle monete dei paesi aderenti alla Clearing Union, o derivare da altro meccanismo.

Paesi debitori e creditori

Se si usa il Bancor, quando un paese è creditore, deve agli altri paesi un atto di spesa, per cui paga delle commissioni sul suo avanzo primario. Deve disfarsi dell’eccesso di Bancor spendendolo, e aiutando così le economie dei paesi debitori.

La Clearing Union è un accordo tra paesi che aderiscono al circuito per il bene di tutti. Il paese creditore non è penalizzato ma ha una scelta in più per i suoi commerci e non una possibilità in meno. La moneta viene usata per quello che è: un mezzo di scambio e non qualcosa da accumulare all’infinito come Zio Paperone. In questo modo il denaro non costituisce riserva di valore, per cui non diventa potenza finanziaria in sé e strumento di condizionamento politico.

Finanza ed economia reale

Con in Bancor di Keynes, una parte della finanza è legata all’economia reale poiché «La Clearing Union crea debiti e crediti soltanto nella misura in cui vi siano beni da scambiare. Evita che gli scambi tra potenziali produttori e consumatori siano ostacolati soltanto da un’insufficienza di moneta» [2]

«La Clearing Union ha unicamente lo scopo di offrire credito commerciale a breve termine» [3] In questo accordo multilaterale, il paese che resta comunque debitore viene aiutato con prestiti in Bancor, gli squilibri vengono riassorbiti in un tempo congruo, portando le partite a pareggio.

L’euro e il Bancor

Il banco di prova del Bancor di Keynes potrebbe essere proprio l’Europa. In verità, tutti gli esperimenti monetari europei sono falliti, euro compreso.

Infatti, la presenza di uno “spread” all’interno di una stessa moneta, con lo stesso valore formale ovunque sia accettata, non è altro che la spia di tanti “euri”, che non sono altro che le monete nazionali ombra, che a loro volta, rappresentano la misura del “rischio paese”. Rischio che non dovrebbe esistere.

La BCE è intervenuta con il Quantitative easing, salvando l’euro e dando il tempo al “mercato” di riprendersi. Ma i governi, secondo te, caro lettore, possono dipendere dagli interessi finanziari? Lo capirebbe anche mia nonna.

Nell’arco di due secoli tutte le unioni monetarie sono fallite. Il motivo è semplice, la quantità di moneta (e la sua velocità di circolazione) devono tendere ad essere funzione della domanda. Detto altrimenti, non è l’economia che deve adattarsi alla moneta ma il contrario. Non ci sono parametri macro economici da far convergere, ma eventuali squilibri da attenuare. E il Bancor ci riesce.

La moneta è un vestito su misura dell’economia reale e il Bancor prende quelle misure. In realtà è proprio nella vecchia Europa che si tentò con successo qualcosa di simile al Bancor. Parlo della Unione Europa dei Pagamenti.

I paesi europei negli anni 50 scelsero di farsi credito l’uno con l’altro e che io sappia, questo contribuì al miracolo economico italiano e tedesco.

Gli accordi di Bretton Woods

Nel 1944 passò la proposta dell’americano White e Keynes fu sconfitto. A quell’epoca gli americani erano i più forti e si preparavano a governare l’occidente.

Gli americani hanno aiutato l’Europa per molto tempo comprando le sue merci. Il piano Marshall servì per ricostruite. Ma non è successo gratis. Gli USA, ancora oggi, pagano le importazioni in dollari e noi riceviamo e usiamo la loro moneta. Il dollaro è la moneta principe di riserva internazionale.

Nel sistema di Bretton Woods gli stati occidentali venivano aiutati. Così, quando senti dire da qualcuno che l’Italietta della liretta svalutata era qualcosa di sbagliato, ricorda che se l’Italia ha svalutato, qualcuno lo ha permesso.

Ma qui dovrei scrivere un altro articolo, perché mentre l’Italia si avvantaggiava dalla svalutazione, la Germania guadagnava dal “differenziale di inflazione”, che ha lo stesso effetto. Tuttavia, queste considerazioni vanno oltre gli scopi di questo articolo. Le ultime vestigia di Bretton Woods finirono per sempre nel 1979, quando ogni paese diventò responsabile della propria bilancia commerciale e guarda caso…la prima crisi finanziaria globale è del 1987.

Keynes, il maestro

Una delle critiche che viene rivolta a Keynes dagli economisti liberisti è quella che il Keynesismo è adatto ad una economia chiusa. Quanto esposto fin qui dovrebbe dimostrare il contrario.

Monete complementari

L’idea semplice e geniale del maestro, cioè la compensazione di partite, è alla base delle monete complementari e di quelle fiscali. La prima moneta complementare e la più famosa è il WIR svizzero, creato proprio negli anni 30 come rimedio alla carenza di liquidità dopo la crisi del 1929. Ti segnalo questo filmato sul WIR. [4] Questi due filmati invece spiegano come funziona il Sardex nostrano. [5]

Lo stesso principio del Bancor lo troviamo ancora nella cosiddetta moneta fiscale. Ma non posso dilungarmi a spiegare di cosa si tratta. Questo è un e-book sulla moneta fiscale se vuoi approfondire.

Eutopia e rimandi

Giunti a questo punto penso che mia nonna abbia capito i punti essenziali. E anche tu caro lettore. Ho chiarito il meccanismo di funzionamento principale del Bancor di Keynes, ma c’è di più.

Se quindi vuoi:

  • approfondire il funzionamento del Bancor;
  • conoscere le proposte attuali per strumenti simili;
  • conoscere come Keynes concepiva il funzionamento delle istituzioni finanziarie internazionali (Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale);
  • leggere i verbali delle riunioni di Bretton Woods che parlano delle proposte monetarie;
  • e altro.

Ti rimando al libro dell’economista Luca Fantacci: “Eutopia” Proposte per una moneta internazionale, a cura di Luca Fantacci con un contributo di Zhou Xiaochuan, et al./EDIZIONI, 2011.

Note

[1]

Eutopia” Proposte per una moneta internazionale, a cura di Luca Fantacci con un contributo di Zhou Xiaochuan, et al./EDIZIONI, 2011.

Pagina 16.

[2] [3]

Eutopia” Proposte per una moneta internazionale, a cura di Luca Fantacci con un contributo di Zhou Xiaochuan, et al./EDIZIONI, 2011. Pagina 20.

[4]

[5]

Bibliografia

Eutopia” Proposte per una moneta internazionale, a cura di Luca Fantacci con un contributo di Zhou Xiaochuan, et al./EDIZIONI, 2011.