L’Italia può cedere la sovranità? Una domanda che si fanno in molti. Ti darò la risposta.
Farò un’analisi semplice ma rigorosa. Intendo usare un metodo logico, filologico, storico ed economico. Mi bastano due articoli della Costituzione per darti spunti interessantissimi. Perciò seguimi, non te ne pentirai.
Sommario
Come si scrive una costituzione?
Come faresti tu per scrivere una costituzione? Io seguirei un percorso logico e deduttivo, che va dal generale al particolare.
Si tratta di un metodo semplice ed efficace, simile ad un procedimento matematico, ovvero ad un esperimento di laboratorio in condizioni controllate.
Per ottenere questo effetto, scriverei gli articoli in ordine di importanza decrescente: dal più importante al meno importante.
Partirei proprio da principi generali che non sono, come molti pensano, belle parole, bensì rappresentano obiettivi strategici di lungo periodo che una comunità vuole perseguire.
Durante la stesura della costituzione (e anche in fase finale di revisione) mi chiederei se gli articoli che ho scritto dopo non entrino in conflitto, di diritto e di fatto, con quelli scritti prima. Insomma, dal punto di vista metodologico, o se vogliamo “scientifico”, il testo finale dovrebbe essere un “unicum” coerente e inscindibile.
Sovranità è democrazia
Articolo 1
«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»
La Repubblica può essere anche non democratica? Certo. Un’oligarchia lo è sempre. La sovranità appartiene al popolo, non al parlamento, che la esercita quindi in nome del popolo.
Non potrebbe essere diversamente. L’Italia può cedere la sovranità? Ho qualche dubbio sul fatto che il rappresentante del popolo possa cedere la sovranità che non ha, senza chiedere il permesso al popolo rappresentato.
Siamo nel 1948, c’è appena stata una dittatura, concepire una costituzione che permetta la cessione di sovranità per trattato internazionale sembra una posizione interpretativa piuttosto fantasiosa.
Tuttavia alcuni padri costituenti erano europeisti e l’articolo finisce con “nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Questo ci porta dritti all’Articolo 11.
I rapporti tra stati
Articolo 11«L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.»
Dunque, qui abbiamo:
- limitazioni (non cessioni);
- in condizioni di parità (cioè mi limito io se ti limiti anche tu);
- ai fini di pace e giustizia (non ai fini monetari e del bilancio dello stato).
Le tre caratteristiche devono essere tutte presenti.
La limitazione non è cessione (in italiano non sono sinonimi) e il nesso con la pace e la giustizia deve essere diretto, non indiretto. Siamo nel 1948, c’è stata la guerra ora c’è l’ONU e ci sarà la NATO.
Se limito di fatto, un diritto fino a non poterlo più esercitare, lo perdo. Le limitazioni sono anche fisiologiche: il mio diritto non può comprimere il tuo.
Ma non posso delegare in modo completo e permanente una funzione legislativa ad un’istituzione extranazionale non eletta direttamente dai miei cittadini, si violerebbe la sovranità del popolo. La Repubblica non sarebbe democratica ma oligarchica.
A mio avviso quindi, non ci può essere una Commissione Europea, non eletta in modo diretto, che emette direttive che il parlamento deve recepire per forza, senza dire nulla.
Il parlamento può e deve sempre poter emendare o ripudiare le direttive che reputa contrarie alle norme costituzionali. L’esame dovrebbe essere fatto caso per caso.
Ma voglio spiegarmi ancora meglio. Il cittadino della California elegge il parlamento dello stato e il suo governatore, ma poi elegge anche il parlamento federale e il presidente degli Stati Uniti.
In fondo, quindi, ci sta, se la legge federale sovrascrive quella nazionale, perché la rappresentanza attribuita con il voto è diretta.
Nella federazione, in genere, si stabiliscono prima le regole del gioco sulle materie di pertinenza, quindi in caso di controversie decide un tribunale. Ma l’elezione dei rappresentanti avviene sempre da un punto solo: il popolo.
Il parlamento europeo, eletto dai popoli, non fa le leggi, le fa la commissione. Ma chi elegge la commissione? Inoltre, anche sei il parlamento europeo facesse le leggi, esso non sarebbe espressione del solo popolo italiano ma dei popoli europei. Si potrebbe fare questa cosa per trattato, senza chiedere nulla agli italiani?
Compatibilità tra costituzione e Trattati Ue
L’Italia può cedere la sovranità? Per avere la risposta bisogna guardare anche alla compatibilità di principi e di pensiero (che diventa azione). Mi spiego. Riprendiamo l’Articolo 1 della nostra. carta.
«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»
Adesso leggiamo l’Art. 3 del Trattato sull’Unione europea
«1. L’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli.
2. L’Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l’asilo, l’immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest’ultima.
3. L’Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. [….]»
Torna il ruolo della pace, però vengono aggiunte delle contraddizioni economiche che la potrebbero minare.
Un’economia di mercato fortemente competitiva come si concilia con l’economia sociale? Sussidiando a vita i disoccupati che perdono la competizione? Ma la Repubblica si fonda sul lavoro, cioè sulla piena occupazione, quello è l’obiettivo strategico primario e fino agli anni 80 è stato così.
La disoccupazione porta invece a squilibri sociali e la forte competizione economica tra le nazioni è sempre stato il viatico per la guerra.
Infine, l’unione impossibile degli opposti: la stabilità dei prezzi e la piena occupazione.
Di norma, si tratta di due grandezze inversamente correlate. Quando c’è piena occupazioni i prezzi salgono (inflazione), quando c’è disoccupazione (inclusa la precarietà), i prezzi scendono e c’è deflazione.
La piena occupazione è un concetto Keynesiano, (siamo nel 1948 e Keynes è l’economista di riferimento), la stabilità dei prezzi, al contrario, è la religione di Milton Friedman, padre del liberismo moderno, ispiratore di Pinochet, Thatcher e Regan, non della socialdemocrazia. A casa mia l’acqua e l’olio non riescono mai a mescolarsi.
Guarda caso, Milton Friedman fu il padre della teoria della banca centrale indipendente. Quella stessa BCE, indipendente dagli stati, che ha scritto al governo italiano la letterina nel 2011 suggerendo il da farsi.
Ma giudica tu. Oggi in Europa, c’è piena occupazione? Salari alti o bassi? Precarietà o stabilità lavorativa? La banca centrale è indipendente?
In Germania ci sono i minijobs, in Francia non va meglio, visto che sono comparsi i gilet gialli. Non parliamo dell’Italia, in coma da anni, con gli stipendi sempre troppo bassi.
L’inflazione svaluta gli asset finanziari nei bilanci delle grandi società di investimento, mentre i lavoratori hanno sempre difeso le retribuzioni con l’adeguamento. Quali obiettivi strategici di lungo periodo dovrebbe stabilire una costituzione? La deflazione perenne?
Mi sembra che da un punto di vista epistemologico la coerenza non abbondi nei principi giuridici di base della Ue. L’Italia può cedere la sovranità disciogliendosi in una federazione? Secondo me bisognerebbe chiederlo al popolo sovrano, che dovrebbe scegliere bene i suoi consiglieri e, a mio avviso, chiedere più garanzie.
Bibliografia
Se dopo queste note ti va di approfondire, questo è il libro giusto.
«Euro e (o?) democrazia costituzionale. La convivenza impossibile tra costituzione e trattati europei.» di Luciano Barra Caracciolo. Dike Giuridica Editrice, 2013